Quando ho iniziato a scrivere, l'ho fatto semplicemente perché sentivo il desiderio di creare nuove storie cariche d'azione, di verve e in qualche modo usarle per trasmettere dei messaggi che volessero in qualche modo far comprendere quello che provavo in un determinato periodo della mia vita.
Non appena persi il mio primo lavoro intensificai con la stesure di storie in cui le situazioni, in qualche modo, si risolvevano nel migliore dei modi.
Più passavano gli anni e io passavo da un lavoro all'altro mi stavo accorgendo che il filo conduttore delle situazioni e difficoltà che i personaggi che creavo dovevano affrontare, beh, rappresentavano le mie paure e quello che avevo il timore di affrontare.
La differenza era che per loro, alla fine, le soluzioni si presentavano quasi per caso o grazie al capitare di certi eventi che gli permettevano di risolvere le brutte situazioni dalle quali erano stati avvolti.
So che penserete che stia straparlando, ma credo che un esempio possa essere l'ultima trilogia che ho scritto: La Trilogia dei Segreti.
Conoscete la vicenda di Lawrence Connelly, e per chi deve ancora leggere Verità svelate (avendo glà gustato i primi due libri Segreti inviolabili e Duplice anima) gli consiglio caldamente di acquistare il suddetto sui maggiori store online e come sempre lo trovate sia in e-book che in cartace.
Comunque, riprendendo ciò di cui vi stavo parlando, a questo personaggio principale non nascondo che ho reso la vita un tantino problematica.
Credo che sia perchè in quel periodo io stavo soffrendo da quando è morto mio padre, è vero che soffro ancora adesso e so bene che il dolore si affievolirà con gli anni seppure non passerà del tutto.
Ora non dico che "me la sono presa con il povero Lawrence", ma solo che per incanalare quei sentimenti di devastazione che ho provato, ho creduto fosse opportuno solo per cercare di far capire a me stessa che dovevo liberarmi dall'angoscia e che se continuavo a compiangermi e non avessi reagito in qualche modo sarei esplosa (non dico nel vero senso della parola, ovviamente).
Se l'attore che ho immaginato nella parte di Lawrence leggesse la trilogia sapendo che è lui che ho immaginato interpretare quella parte, scommetto che mi direbbe - Meno male che dicevi di amarmi!
So anche che sorriderebbe, ma sono sicura che capirebbe quanto mi è servito creare quelle vicende e vicissitudini così intricate.
E questo si comprende alla fine dell'ultimo libro. Fa capire che seppure ci sembri di sprofondare in un baratro, non appena vediamo che qualcuno ci tende una mano... noi dobbiamo accettare l'aiuto di quella mano. E ci accorgeremo che i veri amici, ci sono anche se non li vediamo o sentiamo tutti i giorni. Anche con un semplice saluto.
Però tra le righe crede che si percepisca quali siano le mie speranze, ovvero accadimenti che spero si avverino presto. Uno di essi potrebbe essere trovare un buon lavoro (anche se spero di trovarlo quando passerà tutta questa faccenda del Green Pass obbligatorio, ma meglio non toccare questo tasto).
E dopo essermi sistemata con un lavoro che amo fare, arrivi quella persona speciale che mi prenda per mano e mi rassicuri che le cose andranno meglio.
E' proprio vero che la sera, noi artiste, siamo più sensibili e quando cominciamo a scrivere non ci fermiamo.
Beh, dolci sogni a tutti.
Un ultima cosa, se in questo periodo vi capita di vedere o di accorgervi che le cose non vanno come vorreste, posso solo consigliarvi di scaricare la tensione regalandovi del tempo per voi, pensare a quale sia il problema e dopo averlo risolto, lentamente, riprendere con la vostra routine.
Infondo, anche Lawry Connelly, seppure in modo un po' tortuoso, ha affrontato le difficoltà lottando.
So che vorreste sapere come, ma sapete una cosa? Non ve lo posso svelare. Altrimenti che gusto c'è. 😉
Buona notte, popolo del mondo e dei sogni.
Penso che la scrittura sia il modo migliore per far conoscere noi stessi agli altri
RispondiEliminaInfatti è così.
EliminaCommento di Isabella Vanini.
RispondiEliminaScrivere può essere curativo e di aiuto, specie con lutti e avvenimenti tragici e difficili. Hai fatto bene ad affidarti alla scrittura e a concentrarti sui problemi dei tuoi personaggi, infittendo la trama come hai fatto. Spero che un giorno tu possa trovare la tua strada e realizzare i tuoi sogni. Te lo auguro.
Ti ringrazio di cuore, infatti come dico sempre scrivere è una terapia.
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